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Finanza vaticana e il patrimonio della Chiesa (3 di 3)
di Vincenzo Rampolla
Scandali, segreti e recupero delle perdite
L’affaire Becciu. Chi è Becciu? Giovanni Angelo Becciu è di nascita sardo, 76 anni, cardinale e per lungo tempo alto funzionario della Segreteria di Stato vaticana, fino alla sua rimozione nel 2020. Privato dei diritti legati al ruolo di cardinale, tutto nasce da un’indagine su operazioni finanziarie giudicate sospette da Papa Francesco, tra cui l’acquisto di un lussuoso immobile in Inghilterra, a Londra. Becciu è il primo cardinale a essere stato processato da un Tribunale ordinario vaticano. Chiuso nel 2023, il processo l’ha visto condannato a 5 anni e 6 mesi per peculato e abuso d’ufficio, sentenza non definitiva, perché lui ha richiesto l’appello, declamando la sua innocenza.
Il giudizio finale. Sì, è giunta l’ora di fare i conti, con la giustizia e con i bilanci. Al diritto pensa il Tribunale terreno del Papa. Martedì 27 luglio ha processato cardinale & compari, primo caso nella storia della Chiesa. Ai 10 imputati i reati contestati a vario titolo sono stati: truffa, riciclaggio, peculato, corruzione. Ai bilanci, ci pensano i resoconti finanziari in rosso e l’uso spregiudicato dei fondi della Segreteria di Stato. Un marcio sistema predatorio e lucrativo, secondo i magistrati del Papa, dove soggetti improbabili se non improponibili hanno attinto alle risorse della Santa Sede grazie anche a limitate ma assai incisive complicità e connivenze interne.
Gli imputati. Davanti a una corte di laici e al mondo intero sono stati ripercorsi, analizzati e giudicati 10 anni di gestione occulta delle finanze del Vaticano. Oltre a Becciu, alla sbarra ci sono: monsignor Mauro Carlino, suo ex segretario; Cecilia Marogna, sedicente agente occulta ingaggiata da Becciu; Enrico Crasso, storico banchiere del Vaticano; Fabrizio Tirabassi, commercialista custode delle chiavi della cassa del Papa; René Brülhart e Tommaso Di Ruzza (giudicato per solo abuso d’ufficio), ex vertici dell’Aif (Antiriciclaggio Vaticano); Nicola Squillace, avvocato d’affari; Raffaele Mincione, finanziere cui sono stati dati in gestione €200 M delle offerte dei fedeli e Gianluigi Torzi, broker di valute, incaricato dalla Segreteria di Stato di tutelare quel patrimonio, poi arrestato con l’accusa di estorsione ai danni della Santa Sede.
I retroscena. Per la prima volta coram populo sono state esaminate le scelte finanziarie, gli investimenti, le logiche di selezione dei consulenti e dei gestori da parte della Segreteria di Stato. Molti i punti oscuri da chiarire. Perché, ad esempio, il Vaticano ha trattato per mesi con un presunto estorsore e gli ha poi bonificato €15 M? Quali i retroscena dello scontro tra lo IOR e il segretario di Stato Pietro Parolin per un prestito non concesso da €150 M? Quanto del patrimonio del Vaticano è stato effettivamente dilapidato con gli avventati giochi, imbrogli e scommesse dei vari Becciu, Perlasca (dipendente di Becciu, capace di accusare il Papa in Tribunale) e Tirabassi assistiti da Mincione, Crasso, Torzi e dagli altri imputati?
Le perdite del Vaticano. Per tre anni, fino al 2018, i bilanci della Santa Sede non sono stati resi pubblici e hanno sempre chiuso in perdita. Nel 2016 il bilancio vaticano ha registrato perdite per
€3 M, nel 2017 per €32 M, nel 2018 ne ha persi €75 M, nel 2019 altri €11M e infine nel 2020 €66M. Nel 2020, al deficit strutturale si è aggiunto il Covid. Con i Musei Vaticani, i più visitati al mondo, chiusi per quasi un anno e con magri incassi di affitti dagli inquilini, il calo delle entrate ha sfiorato €100 M. Complessivamente tra il 2016 e il 2020 il deficit cumulato è stato pari a €187 M. Se si aggiungono le stime per il 2021 la perdita totale varia tra €237 - €276 M.
Negli ultimi 10 anni anche le offerte all’Obolo di San Pietro sono calate costantemente e hanno contribuito sempre meno a ripianare il deficit. Da €68 M del 2014 le donazioni sono scese a €44 M nel 2020. Nel periodo 2015 - 2019 la raccolta è diminuita del 23% e nel 2020 è stata inferiore del 18%. È probabile che la crisi legata alla pandemia si faccia sentire anche quest’anno, ha detto il Prefetto per l’Economia Juan Antonio Guerrero Alves. E la batosta ha avuto effetto: il 24 luglio, presentando i conti 2020, ha candidamente ammesso: Abbiamo imparato che la trasparenza ci protegge più della segretezza.
Il caso del palazzo di Sloane Avenue a Londra è speciale, allarmante, secondo i magistrati è costato circa €350 M. Quanto ha perso il Vaticano? Per ora si può solo fare una stima: tra €73 - €166 M, secondo monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’APSA. L’unico dato sicuro su quel palazzo emerge dal bilancio 2019, appena pubblicato dalla società proprietaria, la London60 Ltd. L’immobile ha perso in valore quasi €49 M. La storia nasce quando il finanziere angolano Antonio Mosquito propone al suo amico Becciu di investire $200 M del Fondo Obolo in una piattaforma petrolifera offshore. Diffidente, Becciu declina l’offerta e di sua iniziativa la deraglia sul palazzo di Londra. E da dove viene la super perdita? Nelle carte non c’è una parola, una virgola, una cifra sull’andamento della gestione. Approvato con 19 mesi di ritardo, esiste solo un ridotto bilancio del famigerato palazzo, finanziato con uno dei più importanti asset patrimoniali dell’intera Santa Sede, anni luce lontani dalla trasparenza richiesta da Papa Francesco.
La talpa del cardinale. Chi gestisce quel palazzo? Il controverso architetto Luciano Capaldo. Arrivato per caso in Vaticano, è un manager che per anni ha lavorato con l’imputato Torzi. Solo ora, da alcune carte giudiziarie emerge il lato più sorprendente del torbido rapporto Capaldo-Vaticano: per conto di monsignor Carlino, segretario di Becciu, spiava il suo vecchio datore di lavoro Torzi attraverso l’impianto di videosorveglianza dell’ufficio londinese del broker, di cui lo stesso Capaldo aveva le chiavi d’accesso. C’è dell’altro. Per reperire informazioni su Torzi, Carlino si appoggiava anche ad agenti segreti e si faceva scortare da una guardia del corpo. Dalle 29.000 pagine degli atti dell’inchiesta emergono nuovi sordidi affari, come i soldi persi in 4 immobili, sempre a Londra, della società Sloane & Cadogan, in cui nel 2015 la Segreteria di Stato ha investito £67 M, priva di una benché minima perizia esterna indipendente. Secondo i calcoli del Revisore, a fine 2017 era già in perdita di più di £14 M.
Chi aveva montato l’imbroglio? Quattro società offshore di Jersey, quelle che oggi tengono oculatamente nascosti i nomi di chi ha realmente incassato quella somma. Ci sono poi i €5 M andati in fumo nel 2017 su titoli Astaldi (multinazionale di grandi costruzioni, sull’orlo del fallimento nel 2018 con €2Mld di perdite e rilevata da Impregilo). A questi si aggiunge in chiusura il buco della produzione dell’ultimo film della celebre saga comico fantascientifica Men in Black, con un crac di €3 M a fronte di un profitto garantito del 13,5%. Le cose non girarono però nel verso giusto.
Come recuperare le perdite. €64 M degli imputati sono già sotto sequestro e da due nuovi filoni d’indagine aperti dagli alfieri della giustizia del Vaticano, si potrebbero recuperare altre somme.
Un filone riguarda lo IOR vecchia gestione e un suo investimento rischioso in un palazzo di Budapest, l’ex sede della Borsa, vicenda intricata e del valore di almeno €42 M, già oggetto di cause civili a Malta. Un secondo filone prende il via da un’altra inchiesta legata all’Obolo in Italia, al suo sito web e alla raccolta del denaro. A gestire per anni quei fondi è stato monsignor Alberto Perlasca, ora il grande pentito che sta spiattellando i retroscena degli anni caldi e che per questo è stato graziato dai magistrati e perdonato dal Papa.
Francesco intanto, in veste di giustiziere celeste, ha già emesso la sua sentenza rimuovendo, destituendo e silurando gli artefici della vicenda: a febbraio 2020 ha fatto chiudere tutti i conti in Svizzera e ha trasferito la cassa dalla Segreteria di Stato affidandola all’APSA. Ci volevano 50 anni, per mostrare in pubblico una prima sintesi del bilancio delle Finanze Vaticane?
(consultazione: corriere della sera 5.5.2025 fabrizio massaro - milano finanza; l’inchiesta del corriere della sera sul caso Becciu dei palazzi di londra - milena gabanelli, mario gerevini, fabrizio massaro; v.rampolla – nel futuro, art. becciu 2023; regolamento e statuto ior)