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Finanza vaticana e patrimonio della Chiesa (1 di 3)
di Vincenzo Rampolla
Gestione, investimenti e scandali
Finanza ed economia. 30 aprile 2025. Alla 7ª riunione dei cardinali si è entrati nel vivo del pre-Conclave, con 181 partecipanti (di cui 124 elettori). Le Congregazioni Generali mettono all’ordine del giorno il Futuro della Chiesa: si tocca uno dei più spinosi temi cui dovrà mettere mano il successore di Bergoglio: le finanze vaticane.
Nella prima parte della mattinata si è parlato della situazione economica e finanziaria della Santa Sede, con interventi dei cardinali Reinhard Marx, Kevin Joseph Farrell, Christoph Schoenborn, Fernando Vergez Alzaga e Konrad Krajewski, secondo il rapporto ai giornalisti di Matteo Bruni, Direttore della Sala stampa vaticana.
Non è del tutto concluso il cantiere delle finanze vaticane al quale Bergoglio ha messo mano nei suoi 12 anni di pontificato. Lo riporta Milano Finanza, tratta in dettaglio il risanamento dei conti pubblici della Santa Sede. Da un lato le spese continuano ad aumentare, dall’altro le entrate diminuiscono senza freno, in particolare le donazioni dei fedeli. Risultato: il Vaticano è in deficit strutturale stimato a oltre €70 M/anno. E dove sono i dati di chiusura del 2024? In preparazione.
La carenza dei consuntivi durante l’ultima Congregazione ha messo in luce sfide, problemi, proposte nella prospettiva della sostenibilità, con l’obiettivo che le strutture economiche continuino a supportare la missione del papato, ha rimarcato il cardinale Marx, coordinatore del Consiglio per l’Economia.
Nella mattinata si è parlato anche dell’attività del Comitato per gli investimenti, della Commissione di vigilanza dello IOR (Istituto per le Opere di Religione) fonte di una nutrita collezione di scandali e del Dicastero per la Carità. Va detto che, nominando molte donne manager, è stato lo stesso Papa Francesco a rinnovare il Consiglio per l’Economia, a creare la Segreteria per l’Economia, super-Ministero delle Finanze, a disciplinare i finanziamenti fuori sacco e a imporre al Vaticano una cura dimagrante, provocata dalla crescita del deficit. In che modo? Svuotando le casse della Segreteria di Stato, dopo lo scandalo della compravendita-truffa di immobili al centro di Londra (v. articolo 1/3), origine di uno storico disonore del pontificato.
Il cardinale Angelo Becciu, autorevolissimo un tempo, è finito sul banco degli imputati del Tribunale vaticano. La condanna subita il 29 aprile lo ha indotto a non partecipare al Conclave, gesto da lui stesso definito un passo indietro, per obbedire a Francesco.
Investimenti e scandali. Bergoglio, illuminato papa francescano, fratello dei poveri, è stato oculato nelle scelte degli investimenti dello Stato Vaticano, tra i più ricchi del mondo per patrimonio mobiliare e immobiliare. Pontificato il suo ispirato a una severa e sana gestione degli investimenti, dopo le vergogne, la corruzione, le truffe e le accuse di riciclaggio. Sui bilanci hanno pesato per anni i resoconti finanziari in rosso e lo spregiudicato uso dei fondi della Segreteria di Stato. Senza controllo gli ammanchi di bilancio e l’accozzaglia di faccendieri che hanno avuto accesso alle stanze dei bottoni e alla gestione del portafoglio.
L’APSA. A febbraio 2021 scatta la storica svolta. Papa Francesco decide di far chiudere tutti i conti in Svizzera, toglie la cassa niente meno che alla Segreteria di Stato e la trasferisce all’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica). E questa, solo a partire da quella data, solo nel 2024 ha iniziato a balbettare e a far circolare una prima sintesi di bilancio legata a una maggiore trasparenza decisa e imposta dal pontefice.
Con la manovra di trasformare l’APSA nel centro finanziario del Vaticano e di affidare all’Ente anche le partecipazioni gestite dalla Segreteria di Stato, le cose prendono una piega diversa. La svolta è valsa al Vaticano l’ingresso nella white list dei Paesi virtuosi, sulla base degli accordi internazionali con vincoli obbligatori da osservare con la massima regolarità. La Segreteria di Stato si era dimostrata un centro di spesa occulto. Aveva perso il mandato originario ispirato al rispetto della Dottrina Sociale della Chiesa predicata da papa Leone XIII nella Rerum Novarum, con investimenti a basso rischio e palese impatto sociale, senza finalità speculativa e interessi da mercante. Papa Francesco ribalta l’andazzo e sceglie la via degli investimenti da vedove, a suo dire, da oculato pensionato, aggiungo io: rischio zero e capitale garantito. Questa modalità operativa, finalizzata al solo mantenimento del risparmio accumulato, nel 2023 ha portato a un fatturato di € 27,6 M, leva indispensabile per il recupero di € 6,7 M sfumati nel 2022.
La gestione degli incassi. Le maggiori entrate vaticane provengono dagli incassi dei Musei Vaticani, dai proventi turisti di San Pietro, dai diritti dei libri scritti dal Papa, dalle varie pubblicazioni e dalle donazioni. Il Giubileo in corso e l’emozione suscitata dalla morte di un Papa popolare come Francesco potrebbero fare lievitare le donazioni, ma è presto per misurare le dimensioni del fenomeno. Lo scorso maggio il Segretario di Stato, aveva confermato la difficoltà dei fedeli: Oggi tutti fanno fatica a sopravvivere e anche la Santa Sede non ha facilità, soprattutto tenendo conto che la Santa Sede, oltre a queste utilità vive soprattutto della carità dei cattolici nel mondo, della loro generosità. Generosità che sta calando perché – ammissione del cardinale Pietro Parolin- c’è meno sensibilità in questo senso. Scusante, discolpa o scappatoia?
Ora tutto è stato accentrato nell’APSA e il patrimonio gestito dall’Amministrazione ha imboccato la crescita: a fine 2022 valeva circa €2,9 Mld, suddivisi in 2 potenti classi, mobiliare e immobiliare. Quella mobiliare comprende tutti i titoli azionari, le obbligazioni e le quote di fondi acquistati dall’Ente. Nel 2023 il portafoglio conteneva pochi titoli quotati, molte obbligazioni di breve durata e una elevatissima quota di liquidità (oltre il 50%).
Più redditizia si è rivelata la gestione immobiliare che ha consentito all’APSA di incassare €35 M nel 2023 con ricavi per €73,6 M. Merito senza sforzi dell’immenso patrimonio della Santa Sede che include oltre 5.000 edifici, di cui 4.200 in Italia, per una superficie totale di circa 1,5 M m². Il 19,2% è affittato a canoni liberi, il 10,4% a canone agevolato; il 70,4% a canone zero!!!
Il 92% della superficie degli immobili di proprietà del Vaticano è localizzata nella provincia di Roma, in particolare nelle zone adiacenti alla Città del Vaticano. All’estero, l’APSA amministra oltre 1.000 immobili attraverso 3 società controllate, fondate nel periodo 1932 - 1933: la francese Sopridex (752 unità), la svizzera Profima (344 unità) e l’inglese British Grolux Invest. (27 unità).
Le risorse controllate direttamente dalla Santa Sede sono stimate in oltre €11 Mld. Di questi, circa €5 Mld sono le reali disponibilità finanziarie, mentre €6 Mld è la stima della parte immobiliare del patrimonio, considerando solo palazzi e appartamenti non direttamente collegati all’attività istituzionale del Vaticano.
Lo IOR. Nella gestione del patrimonio del Vaticano esiste un secondo Ente rilevante: lo IOR (Istituto per le Opere di Religione), conosciuto come la Banca vaticana: È una persona giuridica canonica pubblica, con sede nello Stato Città del Vaticano. Custodisce e amministra i beni mobili e immobili ad esso trasferiti o affidati da persone fisiche o giuridiche e destinati, almeno in parte o per il futuro, ad opere di religione e di carità, a norma dello Statuto e della legge. L’Ente infine custodisce e amministra i beni che gli sono trasferiti o affidati nella consapevolezza della loro natura di beni ecclesiastici nonché adottando i criteri di gestione e le cautele previste dal codice di diritto canonico per tale categoria di beni. [estratto dallo Statuto].
A lungo nei suoi conti hanno potuto depositare denaro anche i privati, ma proprio l’azione di riforma di Benedetto XVI e poi di Bergoglio hanno limitato molto le possibilità di operazioni non trasparenti. Gestisce i depositi di Ministeri, Enti, Diocesi e Congregazioni religiose, circa €5 Mld, ma il patrimonio netto direttamente amministrato è limitato €654 M.
L’Obolo di San Pietro. Emerge un inquietante aspetto di immagine e reputazione: i fondi della Segreteria di Stato, oltre €600 M, derivano dalle offerte al Papa da parte dei fedeli, il cosiddetto Obolo di San Pietro raccolto annualmente il 29 giugno nelle chiese di tutto il mondo. È un’entrata fondamentale e i Papi annualmente attingono proprio a quel tesoro per ripianare le perdite della macchina vaticana. Gran parte serve a sostenere le spese della Curia Romana, le ambasciate (nunziature), la comunicazione, i giornali, l’uniformità del rito in tutti i Paesi e da ultimo i Tribunali ecclesiastici. Ai poveri e alla carità, va da sempre un misero 10% di quanto raccolto.
Due fattori concomitanti come il Giubileo in corso e l’emozione suscitata dalla morte di un Papa popolare come Francesco potrebbero spingere in alto le donazioni.
È un provvidenziale flusso storico di liquidità, ma anno dopo anno il bilancio della raccolta si è rivelato sempre più scarno. Dai €68 M del 2014 le donazioni sono scese a €44 M nel 2020. Nel periodo 2015 - 2019 la raccolta dell’Obolo è diminuita del 23% e nel 2020 è stata inferiore del 18%. Nel 2023 il Fondo Obolo aveva incassato €52 M, di cui €48,4 M di pure donazioni, ma aveva girato al Papa €109,4 M (attingendo de facto alle riserve). Anche nel 2024 si è fermato a un terzo di quanto si incassava negli anni d’oro come il 2009, con donazioni superiori a €82 M.
Solo dal 2021 la Santa Sede pubblica alcuni dati relativi all’Obolo, trasparenza resa necessaria dopo aver messo fine a intrallazzi e le ruberie.
Il Cardinale Parolin e le donazioni. Le donazioni languono, fatto noto da tempo in Vaticano e confermato dallo stesso Segretario di Stato in un’intervista di maggio ‘24 a Milano Finanza.
L’11 febbraio, poco prima di essere ricoverato per la polmonite, il Papa ha disposto con un chirografo il varo di un nuovo organismo, la Commissio de donationibus pro Sancta Sede, Ente per incentivare le donazioni con campagne presso i fedeli, le Conferenze episcopali e altri benefattori. Obiettivo: La Commissione avrà la funzione di strumento di coordinamento di altre modalità di raccolta di fondi, istituzionalizzate o meno, come quelle delle diocesi e dell’Obolo di San Pietro. La notizia è arrivata dalla Santa Sede all’alba del 26 febbraio ‘25, dopo la visita in ospedale di Parolin al Pontefice. Situazione rovente. È ora di intervenire. È tempo di un radicale risveglio, dopo il letargo nella gestione della finanza vaticana misto a un’avventata e temeraria gestione.
Il Fondo Pensione a rischio. Grave e urgente per il nuovo pontefice il problema della sostenibilità del Fondo Pensioni dei dipendenti vaticani, circa 4.000 laici. Dossier a rischio elevato. Il passivo non è dichiarato e le cifre circolate variano tra €500 M - €1 Mld di disavanzo in prospettiva. Lo stesso Francesco lo scorso novembre, commissariando il Cda del Fondo e affidandolo al cardinale Kevin Farrell (attuale Camerlengo) in una lettera al Collegio dei Cardinali ha dichiarato che: Occorrono provvedimenti strutturali urgenti, non più rinviabili […] L’attuale sistema non è in grado di garantire nel medio termine l’assolvimento dell’obbligo pensionistico per le generazioni future. In una precedente lettera di settembre aveva messo in opera il deficit zero, uno dei principali obiettivi da perseguire con determinazione per assicurare la sostenibilità economica. Ha proposto il taglio di un biennio di anzianità e sa che avrà un effetto pesante, anche di €20.000 a fine carriera. I salari non sono stati indicizzati al costo della vita, mentre l’aumento degli affitti degli immobili vaticani è stato rapportato all'inflazione. Nel frattempo in Vaticano sono fiorite consulenze e sono state date promozioni senza ricorrere a bandi pubblici.
Secondo le analisi di Milano Finanza, l’APSA dovrebbe intervenire nel 2025. Nel 2024 ha effettuato alcune operazioni straordinarie, fonte di plusvalenze che l’Ente dovrà girare al Fondo Pensioni. Manovra-cerotto, non soluzione chiara e definitiva.
(consultazione: corriere della sera 5.5.2025 fabrizio massaro - milano finanza; inchiesta corriere sera sul caso dei palazzi di londra - milena gabanelli, mario gerevini, fabrizio massaro; regolamento e statuto ior)