Aggiornato al 15/05/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

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Finanza vaticana e patrimonio della Chiesa (2 di 3)

di Vincenzo Rampolla

 

Enti al potere e la pulizia di Bergoglio

Le riforme di Bergoglio. Francesco nei suoi 12 anni di pontificato ha avuto il grande merito di rivoluzionare le regole di gestione delle finanze vaticane.

Ha riformato lo IOR rendendolo conforme alle norme internazionali in materia di antiriciclaggio; ha creato le figure del Revisore Generale e il Ministero connesso, la Segreteria per l’Economia; ha sottratto alla Segreteria di Stato i fondi riservati dopo lo scandalo mondiale dell’investimento nel palazzo di Londra, fonte di perdite per centinaia di milioni di euro con la clamorosa condanna del cardinale G. Angelo Becciu. (v. articolo 3/3). Ha convogliato nell’APSA la gestione di tutti i beni immobili e ha decretato il totale trasferimento allo IOR della gestione di tutti i beni mobili.

Punctum dolens per Francesco è il non essere riuscito a risanare i conti pubblici della Santa Sede. Da un lato le spese in continuo aumento, dall’altro le entrate, in particolare le donazioni dei fedeli, in costante discesa. Risultato: il Vaticano è in deficit strutturale per oltre €70 M /anno. In assoluto cifra non rilevante, ma da rapportare al bilancio del Vaticano, che ha ricavi di poco superiori al miliardo di euro e un patrimonio non soggetto a tassazione e destinato ad aumentare. Si è visto che può contare solo sugli incassi dei Musei Vaticani, sui turisti, sui diritti dei libri del Papa e di altre pubblicazioni e sulle entrate dei 2 forzieri del Vaticano: l’APSA e lo IOR.

Dove sono le cifre ufficiali? Non esistono. Anche nel 2022 non ha pubblicato un bilancio finale consolidato. Secondo quanto circola ufficiosamente, nel 2023 le spese sono state €1.236 M (+ €33 M rispetto al 2022) a fronte di ricavi pari a €1.152 M (+ €28 M rispetto al 2022). In pratica un deficit di circa €84 M, in aumento rispetto ai €78 M dell’anno precedente. E secondo quanto riportato da Repubblica, per il 2024 le stime di deficit oscillano tra €70 - €87 M. Il bilancio consuntivo del 2024 dovrebbe essere disponibile nei prossimi mesi e dovrebbe beneficiare delle gestioni patrimoniali di IOR e APSA, che sempre secondo i dati di Milano Finanza dovrebbero chiudere con risultati in forte crescita. Merito sicuramente del buon andamento dei mercati mondiali e dell’attività ridefinita dei due Enti, uscendo per tempo dagli investimenti e incamerando significative plusvalenze.

Lo IOR dovrebbe approvare il bilancio certificato nelle prossime settimane. Per le opere di carità del pontefice - cui la banca gira direttamente una buona fetta degli utili - si prospetta un contributo superiore ai €13,6 M del 2023 (quando aveva chiuso con €30,6 M di utili). Il 2024 dovrebbe essersi concluso con profitti più corposi.

Anche l’APSA dovrebbe presentare risultati record nel bilancio 2024 da approvare a luglio, grazie al buon andamento dell’area finanza e di quella immobiliare. Sarebbero state realizzate forti plusvalenze su alcuni titoli e la liquidità investita in gestioni patrimoniali prudenti che anche oggi sarebbero sopra il benchmark. Sarebbero stati anche messi tutti a reddito gli immobili affittabili,

oltre il 78% a canone nullo, perché occupati dai Dicasteri vaticani. Nel 2023 la Banca Centrale del Vaticano, presieduta dall’arcivescovo Giordano Piccinotti e guidata dal segretario Fabio Gasperini, aveva ottenuto un utile di €45,9 M, con €37,9 M girati alla Curia Romana. Attualmente si prevedono contributi maggiori.

La spending review di Papa Francesco. Eppure per l’anno 2025 la situazione è rischiosa e fortemente compromessa. Il Vaticano ha gestito il primo trimestre in esercizio provvisorio; il Consiglio per l’Economia presieduto dal cardinale Reinhard Marx ha infatti bocciato la prima versione del bilancio preventivo preparato dalla Segreteria per l’Economia, guidata dal Prefetto laico Maximino Caballero Ledo, in assenza di un contenimento del deficit secondo le indicazioni della spending review richiesta da Francesco. E come funziona la spending review?

È la somma di procedure e politiche atte a migliorare la gestione del bilancio sul piano contabile e finanziario, riferite alla produzione e allocazione della spesa. Obiettivo è incrementare l’efficacia della spesa e favorire una maggiore efficienza nell’impiego delle risorse materiali e umane disponibili. È un processo complesso che richiede tempi lunghi per dare risultati concreti, in un ambiente acerbo, impreparato e talvolta ostile ad agire fornendo dati precisi, rapidi e comparabili. Modalità di lavoro inconsueta e rivoluzionaria. Se a gennaio e a marzo i vari Dicasteri vaticani hanno operato sulla base del bilancio preventivo dell’anno precedente, come disposto dal Prefetto, il nuovo bilancio 2025 sarebbe stato approvato solo ad aprile. È compito del nuovo Pontefice mettere mano a una riduzione strutturale dei costi, rischiando di ridurre i dipendenti. Costi quel che costi.

La decadenza automatica dei vertici finanziari. In seguito alla morte del Pontefice, l’automatica decadenza di tutti i posti di vertice della Curia romana eclissa temporaneamente le finanze del Vaticano. Il nuovo Papa dovrà quindi scegliere i nuovi Amministratori, tenendo in carica secondo la prassi i titolari per poi sostituirli con nuove persone. E chi è decaduto? Il Prefetto per l’Economia e il Presidente dell’APSA, mentre restano in carica il Presidente dello IOR Jean-Baptiste de Franssu e il Direttore Generale G.F. Mammì, gli intoccabili. Lo IOR non è un Ente della Curia romana!!!

Automobili del Vaticano.  L’amore per il povero di papa Francesco è stato seriamente messo alla prova dalla predilezione per la sua papa-mobile. In Vaticano, nel garage della Santa Sede non mancano le auto di lusso, d’epoca e nuove, come quelle lucidate, predilette dal cardinale Bertone.

Il tempo delle utilitarie, o delle vecchie vetture inquinanti, le euro zero, è finito. Tanti saluti alle Fiat 500L, Ford Focus o Renault 4 bianca con oltre 300 mila km, donata dal parroco don Renzo Zocca nel 2013 e utilizzata all’interno del Vaticano. Per l’ultimo viaggio di papa Bergoglio, il Dodge Ram che ha portato la bara fino alla basilica di Santa Maria Maggiore è arrivato nei sacri palazzi nel 2017. Ratzinger, che amava le auto comode, disponeva di una flotta che andava dalla Volkswagen Phaeton W12 alla Mercedes ML, per non parlare di una Bmw X5 e una Volvo XC90, mezzi utilizzati con assiduità per recarsi nella dimora amatissima di Castel Gandolfo dove poteva studiare e scrivere in santa pace, luogo invece sempre disertato da Francesco. Tutti sono sicuri che il nuovo papa tornerà a dare dignità al mondo delle quattro ruote, si vocifera in zona piazza San Pietro…

Stipendi del Papa e dei Cardinali. In vista del Conclave, i cardinali sono tornati alla ribalta, se non altro per eleggere il nuovo Papa… Quanto guadagnano e di quali privilegi godono? Va precisato che esistono due classi di cardinali: i curiali e i porporati. I primi partecipano direttamente al pontificato, svolgendo un ruolo consultivo e di sostegno al Papa, i secondi gestiscono le Diocesi e pagati da queste. Lo stipendio di entrambe le categorie è simile e non oscilla più di tanto.

Il criterio di riferimento si rifà ai principi di gerarchia e anzianità di ruolo in Vaticano: più è alta la posizione all'interno della piramide, maggiore è lo stipendio. Secondo RaiNews.it, fino al 2021 lo stipendio dei cardinali chiamato un tempo piatto cardinalizio, ammontava a €5.500/mese. A questo si aggiungeva un forte sconto sulle case in Vaticano, a volte assegnate addirittura a titolo gratuito.

Lo stipendio ha poi subito alcuni tagli dovuti all'ingente deficit finanziario della Santa Sede che, secondo Il Sole 24 Ore, nel 2024 ammontava a €83 M. Una cifra che Papa Francesco ha tentato di ripianare, limando gli introiti della gerarchia ecclesiastica. Così il Papa ha operato un giro di vite alle spese, anche con gesti simbolici: ai cardinali ha tagliato gli affitti di favore per i loro appartamenti e poi ha ridotto del 10% lo stipendio, riportandolo in media sopra €5.000 /mese. Pochi mesi prima del Giubileo, il Pontefice ha voluto ulteriormente ridurre gli stipendi dei cardinali, abolendo la Gratifica per la Segreteria. Si tratta di una parte di busta paga di €500, soluzione dettata dall'esigenza di far quadrare i conti, ritoccando il debito della Banca vaticana IOR. Si è trattato di una vera e propria limatura, con l’obiettivo di redistribuire maggiormente la ricchezza.

A pochi giorni dal Conclave, la Chiesa si è così ritrovata con una classe dirigente meno onerosa per le casse pontificie e meno favorita da anacronistici privilegi: idea di cristianità che Bergoglio riconduceva all’amore per i poveri e che ha incarnato fino alla fine dei suoi giorni.

Il nuovo Papa? Non avrà neanche il tempo di dire due preghiere. Dovrà farsene bastare una sola, poi deve mettersi a studiare i bilanci. Qui le cose vanno male, lo sanno tutti…. Voce raccolta tra le stanze vaticane dipinte da Raffaello, voce di chi il denaro della Santa Sede lo maneggia e sa che uno dei problemi più gravi che il successore di Jorge Mario Bergoglio dovrà affrontare come Capo di Stato sarà di fare ordine nella contabilità, nella finanza e nei privilegi vaticani.

Il parco agrivoltaico per la Città del Vaticano. Sono finiti nel dimenticatoio anche sostanziose operazioni come l’accordo sulla extraterritorialità del parco agrivoltaico di Santa Maria di Galeria, l’area romana con le antenne di Radio Vaticana, sul quale dovrebbe essere installato un enorme parco di energia solare: renderà la Città del Vaticano il primo Stato carbon-free e a regime farà risparmiare €25-30 M/anno di bolletta, a fronte di un investimento di circa €100 M. Anche questo dossier sarà in bella mostra sulla scrivania del nuovo pontefice. Soprattutto il nuovo Papa dovrà confermare o rivedere l’impostazione impressa da Francesco alle regole finanziarie. Solo pochi mesi fa Bergoglio ha dovuto ribadire un punto chiave della sua riforma: i beni del Vaticano sono gestiti centralmente dallo IOR. Punto e basta. Nonostante ciò gli Enti non si adeguano. Pecunia docet. Svicolano e tergiversano, eludono e trascurano. Basta vedere i flussi di denaro in gestione allo IOR, immutati da un anno all’altro.

Si può dire che l’addio a decenni di gestione anarchica e spesso malsana da parte dei singoli Enti vaticani non è stato sereno, neanche per una persona sacra e incorruttibile come Bergoglio.

 

(consultazione: corriere della sera 5.5.2025 fabrizio massaro - milano finanza; inchiesta corriere sera sul caso dei palazzi di londra - milena gabanelli, mario gerevini, fabrizio massaro; regolamento e statuto ior)

 

Inserito il:14/05/2025 16:25:01
Ultimo aggiornamento:14/05/2025 21:56:52
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